47° Congresso Nazionale della SIP, previsto per l’11-15 ottobre 2015 a Giardini Naxos
Partecipazione Tavolo Tecnico Regionale sull’applicabilità dei percorsi di cura per patologie gravi
Con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (O.P.G.) a distanza di 37 anni dalla legge 180 crolla definitamente l’istituzione manicomiale. Senza ombra di dubbio il nostro Paese compie un nuovo passo avanti nell’affermazione di Diritti e Cittadinanza.
Dall’1 aprile per gli infermi rei già attuativi i percorsi di cura alternativi alla detenzione, così come individuati dai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM).
L’impegno assistenziale prevede cure negoziabili e consenzienti, che vanno da un possibile transito nelle Comunità Terapeutiche Assistite (CTA), all’inclusione socio-lavorativa e/o familiare dei soggetti dimessi, oltre che prevedere trattamenti sanitari necessari e sicuri per il paziente reo non consenziente alle cure e con elevati indicatori di rischio per condotte criminose, da effettuarsi nelle cosiddette REMS (Residenze Esecuzione Misure di Sicurezza).
Al di là delle previsioni tuttavia, non tutte le regioni sono in atto pronte a rendere attuativa la legge e sicuramente non sono del tutto pronte le REMS, ciò in relazione sia a difficoltà logistiche nell’individuazione e/o adeguamento delle stesse, che a resistenze ideologiche, che vedono nella REMS una riproduzione degli OPG.
Certamente gravosa a riguardo la posizione dei DSM che, a fronte di una mancata implementazione degli organici, devono comunque fronteggiare con difficoltà e rischi una nuova urgenza sanitaria.
La Società Italiana di Psichiatria, che esprime e rappresenta su tutto il territorio nazionale un momento comune di incontro tra psichiatri operanti in situazioni diverse (che riguardano sia l’ambito universitario, che quello ospedaliero-territoriale), anche nella nostra regione si pone come presenza attiva , partecipativa e propositiva, in tal senso per rendere attuativa ed efficace questa “buona legge” si sottolinea la necessità di ; rivedere l’assistenza psichiatrica nelle carceri ,abolire il concetto di pericolosità sociale psichiatrica e potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale Va posta inoltre particolare attenzione al gravoso e determinante compito di valutare lo stato di infermità del reo, compito affidato a periti e consulenti nella fase di cognizione..
La presa in carico di un malato di mente resosi a causa di ciò autore di reato deve necessariamente presupporre una valutazione tecnico scientifica rigorosa, accreditata e verificabile. Lo psichiatra, chiamato giuridicamente a rispondere sul vizio di mente e quindi sull’’imputabilità, potrà decretare in maniera quasi apodittica il futuro del soggetto reo, se malato da curare o delinquente da punire e recuperare.
Diventa pertanto ancor più necessario prevedere una formazione specifica per i periti o consulenti della giustizia, al fine di ridurre i margini di discrezionalità e scongiurare possibili infiltrazioni mafiose tra gli infermi da prendere in carico, nell’auspicio che i periti non siano solamente chiamati a rispondere ai classici quesiti, ma possano partecipare attivamente al percorso di cura, da definire insieme ai DSM, al fine di una maggiore applicabilità ed efficacia dello stesso.
Dr.ssa Liliana Gandolfo
Presidente della sezione regionale siciliana
della Società Italiana di Psichiatria
In qualità di Presidente della SIP Sicilia, sono stata invitata in data 06 marzo 2015 a partecipare ad un incontro con la Commissione Sanità del Senato, istituito in merito alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), svoltosi presso la Prefettura di Messina insieme all’Assessore alla Sanità della regione, Lucia Borsellino, al Presidente del Tribunale di sorveglianza di Messina ed al Dipartimento salute mentale di Palermo, al fine di valutare le criticità emergenti ed ipotizzare le possibili soluzioni, per le quali ho pertanto avuto modo nella data occasione di rappresentare la posizione della nostra Società.